La Dott.ssa Marina Stazzi ha un esperienza ultradecennale sulla riabilitazione visiva della disprassia visiva, avendo seguito ad oggi più di 1500 pazienti disprassici e come educatrice tiflologica (tiflologa) ed insegnante occupandosi anche dell’inclusione scolastica. Dopo un inquadramento iniziale lascia esercizi ortottici per la disprassia visiva da fare a casa grazie al supporto della famiglia. Si avvale anche di allievi ortottisti o tnpee o altre figure professionali formati al Metodo Stazzi secondo le loro competenze professionali, valutando il paziente disprassico fornendo un programma riabilitativo dettagliato per permettere un miglioramento della disprassia visiva, disprassia oculomotoria e disprasssia visuo-spaziale.

La Disprassia è una "difficoltà nella pianificazione, programmazione, esecuzione, controllo e organizzazione dell’azione finalizzata".
E' associabile anche a deficit dei movimenti volontari in assenza di deficit sensoriali funzionali.
L’Etimologia del termine Disprassia deriva dalla parola “prassia” e dal prefisso “dis”. “Prassia” indica l’abilità nel compiere un gesto finalizzato, ovvero un’azione. Il prefisso “Dis” indica un deficit per cui “Disprassia”.
Consiste principalmente in una difficoltà rispetto alla capacità di pianificare, programmare ed eseguire una serie di movimenti necessari per compiere un’azione finalizzata ad un obiettivo preciso.

Disprassia visiva, Disprassia oculomotoria e Disprassia visuo-spaziale: come riconoscerla

La disprassia è innanzitutto un disturbo dello sviluppo, i bambini con disprassia oculomotoria o disprassia visiva o disprassia visuo-spaziale, quindi con interessamento del recettore visivo, presentano alcune caratteristiche:
• Deficit oculomotorio: i movimenti oculari risultano meno precisi, con un esecuzione difficoltosa e perdite di fissazione, questo produce la perdita della precisione nell’osservare piccoli dettagli, come perdere alcune parole durante la lettura.
• Coordinazione occhio-mano: presenta difficoltà nell’esecuzione dei movimenti oculari insieme alle difficoltà nell’esecuzione di movimenti precisi delle mani che rendono molto difficoltosa la coordinazione
occhio-mano, causando difficoltà nella gestione della vita quotidiana. • In associazione può essere presente una disgrafia più o meno marcata, il genitore può osservare una brutta scrittura ad esempio, impaccio quando si usano le posate e l’apprendimento di semplici giochi con la palla.
• Organizzazione spaziale-temporale: difficoltà nella consapevolezza della posizione del proprio corpo nello spazio e nel tempo possono produrre difficoltà ad esempio nell’organizzazione di compiti e azioni o nella percezione del tempo all’interno della giornata.
• Memoria visiva: i movimenti oculari difficoltosi con perdite di fissazione, le difficoltà visuo-spaziali e la rappresentazione mentale dello schema corporeo ridotta possono inficiare anche la memoria visiva e riorganizzare in modo difficile temporalmente i pensieri, quando si cerca di ricordare informazioni e compiti.
• Deficit oculomotorio: i movimenti oculari risultano meno precisi, con un esecuzione difficoltosa e perdite di fissazione, questo produce la perdita della precisione nell’osservare piccoli dettagli, come perdere alcune parole durante la lettura.
Impaccio motorio: possono esserci difficoltà a praticare qualche sport, in particolare quelli che richiedono coordinazione occhio-mano e buon ritmo.
Elaborazione visiva: la disprassia può talvolta rendere molto difficoltosa l’elavorazione delle immagini visivi e quindi dell’uso delle abilità visuo-spaziali, che si osservano nelle attività della vita quotidiana e ad esempio nelle attività a scuola.
• Consapevolezza visiva-spaziale alterata: essere consapevoli dello spazio che ci circonda porta ad una consapevolezza degli oggetti, come il corpo si muove nello spazio (nell’ambiente) e come programmare un movimento del corpo richiede una mappa “visiva” nel cervello (mappe mentali). Nei disprassici si osserva una difficoltà nella gestione delle informazioni nello spazio in cui si trovano e a lavorare sul “pensiero visivo”.
Ritmo visivo e pensiero visivo: tutti i nostri movimenti, inclusi i movimenti oculari, hanno un ritmo e una sincronizzazione innata e permettono la rappresentazione mentale dell’immagine visiva (Embodied Vision). Ciò significa che possiamo iniziare e finire il movimento in modo regolare e controllato, nel bambino disprassico essendoci una difficoltà nella programmazione e dell’esecuzione associata ad un alterazione dei movimenti oculari (ad esempio) il ritmo visivo sarà alterato con incapacità di controllare in modo efficiente il tono muscolare.
• Pianificazione motoria e Movimenti guidati dalla visione: le nostre azioni e movimenti sono spesso guidati dal canale visivo. Il cervello ha un’immagine del movimento necessario e dei muscoli che saranno necessari per eseguire l’azione. Le difficoltà legate alla disprassia visiva e disprassia visuo-spaziale alterano questa organizzazione cerebrale e quindi impattano sulla pianificazione motoria dei gesti della vita quotidiana. I bambini appaiono GOFFI, con difficoltà nella coordinazione motoria.
Sviluppo motorio e sensoriale interrotto: l’attività fisica nei bambini aiuta a guidare lo sviluppo del movimento (motore) e delle capacità sensoriali.

DISPRASSIA VISIVA: LE DIFFICOLTÀ

Si parla in modo specifico di “sguardo sfuggente” ossia incapacità di mantenere la fissazione su un oggetto o su unimmagine di interesse, ad esempio volto della madre.
Difficoltà a localizzare e/o seguire visivamente gli oggetti in movimento causati da movimenti di inseguimento lento discontinui e caotici.
• Necessità di coprire o chiudere un occhio durante la lettura.
• Difficoltà a copiare dalla lavagna.
• Disgrafia.
• Perdita della riga nella lettura e scrittura.
• Movimento della testa (dondolamenti) o degli occhi, durante la lettura e la scrittura.
• Visione di parole sfocate, “in movimento”, “fluttuante” o addirittura sdoppiate.
• Necessità di usare un dito, una striscia di lettura o un’altra forma di marcatore per evitare la perdita di spazio durante la lettura. Postura scorretta nel tentativo di stabilizzare la fissazione. Adattamenti posturali anomali o distanze di lavoro anomale. Mal di testa. Affaticamento, affaticabilità e stanchezza oculare.
• Perdita di concentrazione, scarsa capacità di attenzione
• Difficoltà nel coordinare i movimenti degli occhi, del corpo e della testa.
• Difficoltà a condividere lo sguardo con l’interlocutore Sguardo caotico o iperfisso.
Necessità di tecniche di rinforzo tattile/cinestetico durante l’esecuzione di attività oculomotorie (ad esempio leggere una parola o una frase assieme ad un gesto che lo ricorda) Percezione incoerente o scarsa della profondità.
Calcolo errato delle distanze, difficoltà a percepire quanto un oggetto possa essere distante.
Lavoro impreciso o incoerente. Le prestazioni possono variare di giorno in giorno o durante la giornata scolastica.
Difficoltà a capire e/o ricordare quello che ha letto.
Necessità di maggior tempo, rispetto ai compagni di classe, per eseguire le stesse attività visive.
Disorientamento spaziale.

La terapia per la disprassia e la disprassia visiva e visuo-spaziale: la riabilitazione visiva.

Le neuroscienze hanno evidenziato come le esperienze sensoriali del corpo rivestono un ruolo essenziale nello sviluppo cognitivo, e come esista un legame tra percezione, azione e cognizione. Gli studi in ambito neuro-scientifico hanno ampiamente dimostrato come, ogni nostro movimento, sia generato da un’idea: vista, tatto, sistema propriocettivo e muscoli, lavorano insieme per produrre il movimento. In particolare, riveste un ruolo importantissimo la recettività sensoriale: i cinque sensi mettono l’individuo in relazione con il mondo circostante. Lo sviluppo va inteso quindi come la capacità di far interfacciare sempre e velocemente i vari sistemi percettivi e motori, in particolare il sistema visivo e uditivo devono coordinarsi con il sistema motorio per far sì che vi sia una risposta nei tempi giusti. In presenza di disprassia visiva è importante eseguire una riabilitazione visiva mirata per affrontare e sostenere la disprassia visiva dell’età evolutiva. La Dott.ssa Marina Stazzi ha un esperienza ultradecennale sulla riabilitazione visiva della disprassia visiva, avendo seguito ad oggi più di 1500 pazienti disprassici e come educatrice tiflologica (tiflologa) ed insegnante occupandosi anche dell’inclusione scolastica. Dopo un inquadramento iniziale, lasciando esercizi ortottici per la disprassia visiva da fare a casa grazie al supporto della famiglia e avvalendosi di allievi ortottisti o tnpee o altre figure professionali formati al Metodo Stazzi secondo le loro competenze, valuta il paziente disprassico fornendo un programma riabilitativo dettagliato per permettere un miglioramento della disprassia visiva, disprassia oculomotoria e disprasssia visuo-spaziale.